Introduzione

Fino a poco tempo fa, vale a dire prima della pubblicazione di questa piccola storia, tutte le informazioni seguenti esistevano solo nella memoria di poche persone, fra le quali io. Con ciò non voglio pretendere che solo io mi ricordo di tutto questo, ma, a mia saputa, nessuno ha mai avuto l'idea di farne un riassunto nella forma e completezza come la trovate qui, per dare la possibilità a altri, di conoscere le origini e i primi sviluppi di questo procedimento.

Penso che sia stato verso la fine del 1968, io ero ancora apprendista meccanico presso l'AGIE di Losone (Svizzera), quando feci un'osservazione interessante. Stavo spostandomi dal mio posto di lavoro al banco, per recarmi nella mensa per la pausa caffè, quando vidi un aggeggio che non assomigliava per niente ai prodotti correnti della ditta. Oltre a ciò, il rumore emesso era molto diverso da quello prodotto normalmente dalle macchine d'erosione (qualcosa come un brontolio soppresso, che si può paragonare al rumore che si sente quando si cuoce un pezzo di carne con la "Fondue Bourguignonne"), era come un fischio, con una frequenza molto alta. Inoltre la scintilla era ben visibile, di un colore azzurro, simile a quello che si vede nella saldatura elettrica. Nell'erosione convenzionale, tutto il processo avveniva in un contenitore, circondato da un liquido oleoso e le scintille non erano normalmente visibili.
L'operatore di questa strana macchina era un mio buon amico, "Godi" Wettstein. La mia curiosità per tutte le cose tecniche si era svegliata e decisi di guardare tutto ciò da più vicino.

Dopo un breve esame, mi resi conto che si trattava di una composizione di elementi meccanici, che si muovevano fra di loro e il rumore emesso proveniva da un filo molto fine che causava anche le scintille. Avevo capito che si trattava di un montaggio sperimentale, per fare delle ricerche per una macchina che dovrebbe tagliare dei metalli o altri materiali conduttori di corrente, tramite un filo molto fine. Il mio amico "Godi" mi spiegava tutto molto dettagliatamente e il mio interessa diventava sempre più grande.

Dopo questa prima visita, mi fermavo regolarmente dal mio amico, sempre quando passavo vicino al suo posto di lavoro. Dopo poco tempo, ci fu anche una nuova aggiunta, nella forma di un unità che doveva pilotare i movimenti che la macchina doveva eseguire. Si trattava del primo controllo numerico per questo tipo di macchina, che nel frattempo aveva pure subito diversi cambiamenti, assomigliando sempre più a una macchina utensile. Dopo le ore lavorative normali, mi fermavo sempre più spesso e feci anche delle visite durante i fine settimana, avevo deciso di imparare tutto quello che potevo di questo nuovo procedimento. Dopo qualche prova, con tanta pazienza, carta, lapis e altro, avevo anche imparato le basi della programmazione di questa macchina ancora molto rudimentale. Con l'aiuto del mio amico "Godi", di tanto nastro adesivo (agli inizi si utilizzava del nastro isolante per coprire le perforature sbagliate), riuscii a perforare un nastro perforato nel codice che poco dopo fu battezzato AGIECODE, che doveva tagliare il mio nome in una scrittura stilizzata. Dopo tanta insistenza, "Godi" acconsentiva di tagliare il risultato di tanti sforzi in una piccola lamiera di ottone (questo cimelio, assieme al nastro perforato originale, era sempre conservato nella mia scrivania, fino al momento della grossa inondazione del 7 agosto 1978, che spazzo via la mia scrivania e tante altre cose con se).

Da quel momento ero completamente affascinato da questo nuovo procedimento, che veniva denominato erosione a filo. Immediatamente dopo aver terminato il mio apprendistato, divenni uno dei primissimi operatori di una macchina di questo genere, che nel frattempo fu battezzata AGIECUT, e che era la prima versione di una macchina ad erosione con elettrodo a filo continuo, con controllo numerico.

"Godi" e io ci occupavamo ora a tempo pieno nella programmazione ed esecuzione di lavori di campionatura per clienti interessati, sviluppando allo stesso tempo le prime tecnologie d'erosione, basato sui materiali forniti dai clienti.

Questo sviluppo ha anche avuto i sui effetti, positivi e anche negativi, in altri campi del mondo delle macchine utensili. Molto presto delle ditte si specializzavano nella produzione di fili sempre più precisi e con proprietà sempre migliori, altri creavano delle attrezzature per poter fissare ed allineare i pezzi da tagliare prima di andare in macchina, ecc. D'altra parte ci furono anche degli effetti negativi, ditte che perdevano una buona parte del loro introito dato che le loro macchine erano oramai diventate obsolete, sostituite dal nuovo procedimento.

Più tardi, quando lasciai definitivamente il mio coinvolgimento con il mondo delle macchine utensili e della loro programmazione (metà 2001), decisi che un giorno avrei spremuto le mie meningi per fissare su carta (anche se virtuale), tutte le mie memorie di quegli anni molto movimentati e interessanti. Ecco dunque il risultato!

Come per tutti i metodi di memorizzazione, anche la mia memoria ha perso qualche bit per strada, il che risulta in lacune in certe aree a possibilmente degli errori nella sequenza cronologica dei fatti. Deve trattarsi di qualche errore di parità causato dall'invecchiamento del metodo di memorizzazione utilizzato.

Quando iniziai questo progetto, non disponevo di immagini che avrebbero permesso di illustrare il mio sito. Avevo ancora alcuni contatti con degli ex colleghi di lavoro presso l'AGIE, che mi misero a disposizione alcune foto di particolari della macchina, era comunque abbastanza magro, tante foto e immagini avevano subito lo stesso destino come il mio primo nastro perforato e il pezzo tagliato, erano stati spazzati via dall'alluvione. Cercando con vari motori di ricerca in internet, trovai alcune immagini e foto che, dopo adattamento, potevano servire per illustrare un tema piuttosto crudo e tecnico. L'origine della maggior parte delle immagini é purtroppo sconosciuto, la dove invece ho saputo l'autore, ciò viene indicato nella foto o immagine stessa. Sono in ogni caso molto grato alla gente che ha creato e messo a disposizione qualsiasi immagine che ho utilizzato, senza di ciò ci sarebbero ancora meno immagini. In certi casi, dove le immagini provengono da altri siti, ho incluso un legame con il quale uno può visitare questi siti, ciò viene indicato nelle varie didascalie. Molte altre immagini le ho create io, con vari utensili grafici, p.es. la rappresentazione dell'AGIECODE oppure quella del metodo utilizzato per l'interpolazione.

Mi auguro sinceramente che la seguente storia possa servire per illustrare i primi passi dell'erosione a filo, sia per rinfrescare la memoria di tutti quelli che hanno avuto la loro parte in questo sviluppo, sia per coloro che adottano questo procedimento per la prima volta e che desiderano informarsi più dettagliatamente. Sono in ogni modo molto contento di aver partecipato attivamente, nella misura delle mia capacità, nello sviluppo di questo procedimento di lavorazione tuttora abbastanza giovane e che ha rivoluzionato il mondo dei costruttori di stampi ed utensili in generale.

Auguro a tutti una buona lettura di una storiella interessante. Con tanti saluti,